Radicchio di Chioggia Igp: il «Sì» dell’Europa al nuovo disciplinare
Il nuovo regolamento di produzione potrà essere applicato già dalle produzioni del prossimo autunno-inverno. Miglioramenti per i produttori, i commercianti, i trasformatori e anche per il consumatore finale
Il Consorzio di tutela del Radicchio di Chioggia Igp ha ottenuto la possibilità di apportare importanti modifiche al disciplinare di produzione del celebre “Principe Rosso”. Si tratta di interventi che, lasciando invariate le peculiarità organolettiche che hanno reso il Radicchio di Chioggia Igp famoso nel mondo, andranno nella direzione di coinvolgere sempre più agricoltori nella produzione, perché verranno aumentate le rese per ettaro e la pezzatura del radicchio, verranno facilitate le operazioni di commercializzazione grazie ad una revisione degli imballaggi, sia per i rivenditori al dettaglio sia per l’industria di trasformazione, e verrà garantita una maggiore riconoscibilità dell’autentico Radicchio di Chioggia Igp al consumatore finale, in quanto anche le buste della IV gamma, ossia quelle con il prodotto già lavato e pronto all’uso, riporteranno i loghi comunitari di identificazione. Perché non basta essere tondi e rossi per essere un vero Radicchio di Chioggia Igp.
“L’identità e la riconoscibilità di questo prodotto – spiega il presidente del Consorzio di tutela, Giuseppe Boscolo Palo – è sicuramente l’impegno principale che coinvolge il nostro ente, ma oltre a questo l’impegno è rivolto a migliorare la reddittività dei produttori e a facilitare le operazioni di commercio del prodotto. Le nuove misure introdotte nel disciplinare vanno nella direzione di un sostanziale progresso su tutta la filiera di produzione”.
Gli agricoltori, infatti, ora potranno contare su rese per ettaro maggiori grazie al peso del cespo che viene fissato tra i 200 e i 600 grammi per entrambe le tipologie, precoce e tardivo, e alla densità colturale, che ora viene portata a 10-14 piante per metro quadro nella tipologia precoce e 8-12 piante per metro quadro nella tipologia tardivo. E infine, viene adeguata la resa produttiva alle variazioni di peso del cespo e della densità colturale introdotte in questa nuova versione del disciplinare, fissando la quantità massima per ettaro in 35 tonnellate in campo, che dopo il calo dovuto alla prima tolettatura del produttore, per eliminare le foglie esterne, e la seconda rifinitura da parte del confezionatore si assesta sulle 28 tonnellate ad ettaro. Prima erano 18.
“Temevamo – continua Giuseppe Boscolo Palo – che l’introduzione di queste nuove misure produttive potessero cambiare le caratteristiche del prodotto finale. Maggiore densità avrebbe anche potuto significare maggiore rischio muffe e quindi la necessità di intervenire con i trattamenti in maniera più importante. In realtà lo studio e la successiva relazione del prof. Paolo Sambo del dipartimento Dafnae dell’Università di Padova fuga ogni dubbio, il Radicchio di Chioggia Igp avrà la qualità di sempre, e ora permetterà a più aziende di avvicinarsi alla sua produzione all’interno dell’area dell’Igp”.
Ma anche la commercializzazione del prodotto risulterà migliorata dagli interventi apportati nel disciplinare, che in primis ne fissa il periodo di commercializzazione: dal 1 aprile al 31 agosto, per la tipologia “precoce”, e dal 1 settembre al 31 marzo, per la tipologia “tardivo. In tal modo viene coperto l’intero arco dell’anno, senza sovrapposizioni di prodotto del precedente raccolto con il nuovo, al momento dell’immissione al consumo. Il secondo aspetto riguarda gli imballaggi: finora erano state usate cassettine mono strato che penalizzavano tanto il rivenditore quanto il trasformatore e per questo sono state riviste sia le forme che gli ingombri con la possibilità di usare cassoni fino a 15 kg per il commerciante al dettaglio e bins di 250 kg per l’industria. In ogni caso tutte le confezioni dovranno essere dotate di un sistema di rintracciabilità del peso e del numero di lotto.
“In termini di confezionamento – conclude il presidente, Boscolo Palo – il disciplinare apporta un valore anche per il consumatore finale, in quanto anche sulle lavorazioni di IV gamma, ossia le buste con prodotto lavato tagliato e pronto al consumo, verranno apposti il logo comunitario dell’Igp e quello identitario del Radicchio di Chioggia. In poche parole sarà più facile riconoscere il vero Radicchio di Chioggia Igp, dalle sue tante imitazioni, e speriamo che questo possa aiutare il consumatore a scegliere con sempre più attenzione i prodotti figli del territorio e che le misure introdotte per la produzione e la commercializzazione possano rinfrancare la fiducia dei nostri operatori”.
Mauro Gambin
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