Il Consorzio di tutela premia l’autenticità, il lavoro e chi ha contribuito a rendere celebre il nome di Chioggia
Il Radicio de Vero riassume tre concetti chiave per il Consorzio: l’autenticità, nel senso del vero, il lavoro e il conseguimento di quella promozione del territorio di cui anche il Radicchio è ambasciatore
Il vero radicchio e il radicchio “de vero”, gioca sul significato che la parola “vero” acquisisce in dialetto veneto il premio nato per rafforzare l’originalità del Radicchio di Chioggia Igp. In Veneto, infatti, si produce più di metà del radicchio di tutta l’Italia, il radicchio di Chioggia è primo per superficie coltivata e quantità di produzione, mentre in tutto il mondo si sono diffuse tipologie che lo imitano, ma non lo eguagliano. Il vero Radicchio di Chioggia Igp, insomma, è quello che oltre a riportare i loghi comunitari ha alle spalle un secolo di storia ed è ottenuto da seme autoctono conservato gelosamente e tramandato dalle famiglie degli ortolani, che le coltivano secondo un rigido disciplinare nel territorio di 10 comuni delle tre provincie contermini di Venezia, Padova e Rovigo. Un’unicità e una veridicità che il Consorzio di tutela custodisce ormai da più di dieci anni e che oggi è diventata motivo di un premio rivolto a riconoscere l’impegno e la costanza di chi, con il proprio lavoro, ha contribuito a far conoscere il nome di Chioggia e del suo territorio.
Così sono tre le persone a cui il presidente del Consorzio di tutela, Giuseppe Boscolo Palo, l’11 dicembre scorso ha assegnato il “Radecio de vero”. Per la “cultura”, la commissione del Premio, ha identificato il nome di Pierluca Donin, in ragione dei 24 anni di organizzazione delle “Baruffe in Calle”, lo spettacolo itinerante il cui allestimento richiede la collaborazione di musicisti, comparse, barche storiche e soprattutto il coinvolgimento di Chioggia come scenografia naturale dello spettacolo. Per lo “sport”, invece, il “Redecio de Vero” è andato al calciatore chioggiotto Franco Cerilli, storica ala destra che ha militato in serie A tra gli anni ’70 e ’80 con le maglie dell’Inter e del Lanerossi Vicenza, e per la categoria “Economia” il premio è andato a Cesare Bellò, vero esperto del settore ortofrutticolo, ex direttore di Opo Veneto, riconosciuto anche dal MacFruit di Rimini come “Uomo del Radicchio”.
“Il premio – spiega Giuseppe Boscolo Palo – riassume tre concetti chiave per il nostro Consorzio: l’autenticità, nel senso del vero, il lavoro e il conseguimento di quella promozione del territorio di cui anche il nostro Radicchio è a tutti gli effetti ambasciatore. Abbiamo allargato il coinvolgimento dalla terra alla laguna, facendo realizzare il premio ad una premiata fornace di Murano, perché non poteva che essere un altro storico e caratteristico ‘mestiere’ lagunare a produrre un “oggetto” prezioso con cui premiare l’impegno”.
Mauro Gambin
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