Il Radicchio di Chioggia Igp al 40°Macfrut di Rimini
Boscolo Palo: «È necessario istituire un catasto orticolo regionale»
Millecento espositori in rappresentanza dell’intera filiera ortofrutticola (produzione, tecnologie, packaging, logistica e servizi), millecinquecento top buyer da tutto il mondo, un aumento del 35% delle aree espositive (due padiglioni in più) e del 30% di operatori esteri con un raddoppio della presenza internazionale, che rappresenta il 38% del totale. Questi i numeri da record con cui si presenta dal 3 al 5 maggio 2023 al Rimini Expo Centre la quarantesima edizione del Macfrut, la fiera internazionale dell’ortofrutta, settore strategico del made in Italy agroalimentare, che rappresenta un quarto della produzione agricola nazionale, con un valore nel 2022 di 15 miliardi di euro, 10 dei quali verso l’export.
Non poteva quindi mancare a questa kermesse il Consorzio di tutela del Radicchio di Chioggia Igp che anche quest’anno è ospite nella postazione dell’Ortomercato di Chioggia, grazie anche al sostegno della Camera di Commercio di Venezia e Rovigo. La delegazione clodiense è guidata da Giuseppe Boscolo Palo, presidente del Consorzio e Amministratore Unico dell’Ortomercato, che impersona la sintesi dell’azione sinergica tra le due realtà per la promozione e la commercializzazione del famoso “Principe Rosso”.
«Sosteniamo le iniziative promozionali del Consorzio – spiega Giuseppe Boscolo Palo – perché ci permettono di partecipare alle più importanti rassegne fieristiche presentando il Radicchio di Chioggia, prodotto orticolo simbolo del nostro territorio, sui mercati internazionali il cui più elevato potere d’acquisto può anche favorevolmente influenzare le quotazioni a livello nazionale. Purtroppo le aziende agricole del nostro territorio – prosegue Boscolo – stanno vivendo un periodo non facile, contrassegnato da siccità, risalita del cuneo salino nei fiumi, forti aumenti dei costi di produzione, aggravati da una contrazione delle rese produttive e una bassa remunerazione del prodotto. E anche questa stagione primaverile, alla quale le aziende del nostro territorio, con l’immissione sul mercato di prodotto fresco di raccolta, affidano le loro aspettative di sostenibilità economica, sta confermando il trend negativo; ciò è in gran parte imputabile alle massicce quantità di radicchio tondo della produzione invernale stoccate nelle celle frigo. A fronte di questa conclamata crisi strutturale del settore – conclude Boscolo – da tempo andiamo sostenendo la necessità che venga istituito, almeno a livello regionale, un catasto orticolo per conoscere le reali produzioni del nostro territorio, con valutazione e certificazione dei costi di produzione del Radicchio di Chioggia e di tutti i radicchi veneti da parte di Veneto Agricoltura».
Mauro Gambin
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