Sette percorsi per conoscere ogni angolo dell’area di produzione del Radicchio di Chioggia Igp
Un’iniziativa del Consorzio di Tutela per integrare l’offerta turistica tradizionale con altre forme di visitazione, necessariamente lente quel tanto da permettere di scoprire, vivere e godere le tante bellezze artistiche e paesaggistiche dell’area di produzione
La Guida agli itinerari del Principe Rosso rappresenta la bussola necessaria per spostarsi all’interno dell’area di produzione del Radicchio di Chioggia Igp. Una guida turistica, però, che servirà ai tanti visitatori del litorale di scoprire gli angoli più belli e suggestivi dei 10 comuni nei quali si produce il Radicchio di Chioggia Igp.
Il radicchio di Chioggia Igp, infatti, grazie alla sua riconoscibilità internazionale può diventare il trait d’union turistico del territorio attraverso sette percorsi che permetteranno di integrare all’offerta turistica già esistente altre forme di visitazione, necessariamente lente quel tanto da permettere di scoprire, vivere e godere le tante bellezze artistiche e paesaggistiche della Laguna Sud e del Delta del Po.
Sette itinerari al di fuori dalle ordinarie vie di comunicazione, pensati per collegarsi con le ciclovie già esistenti, che portano nei luoghi più riposti della campagna, tra dune fossili, valli, casoni dal tetto di canna, giardini litoranei, musei e i tanti ristoranti che custodiscono le ricette del radicchio e le tradizioni enogastronomiche locali. “L’area di produzione del Radicchio di Chioggia Igp – puntualizza Giuseppe Boscolo Palo, presidente del Consorzio di tutela del radicchio di Chioggia Igp – è una terra ricca, generosa nel dare sapore e proprietà nutrizionali al nostro Radicchio, ma può dare ancora molto in termini di fascinazione e qualità della vita. Così dopo 10 anni di incessante lavoro speso nella tutela e nella promozione del prodotto, oggi il nostro impegno si estende anche al suo ambito territoriale”.
Il fattore enogastronomico è sempre più importante nel determinare le scelte turistiche: motiva un viaggiatore su due (48%) a venire in Italia ed è prioritario anche per i turisti italiani, visto che quasi due su tre (63%) ritengono importante la presenza di un’offerta legata al cibo per scegliere i propri viaggi. L’enogastronomia accresce, dunque, il ruolo che i prodotti a marchio hanno nel loro territorio di appartenenza e aumenta anche l’impegno dei Consorzi nel portare avanti progettualità che vanno dall’educazione alimentare alla valorizzazione delle vere eccellenze del mondo rurale.
Un processo che trova nel legame tra “beni culturali” e prodotti Dop/Igp nell’ottica di uno sviluppo di interi territori attraverso il “turismo lento”.
Mauro Gambin
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