Conclusa la campagna di raccolta del Radicchio di Chioggia Igp precoce
Stagione senza precedenti. I prezzi tornano a sorridere ai produttori, ma la riflessione continua
La campagna del Radicchio di Chioggia Igp precoce è andata oltre ogni aspettativa con prezzi di vendita, del prodotto conferito all’Ortomercato di Brondolo, che non si registravano da anni.
La raccolta era iniziata ai primi di aprile e con la metà di giugno si è conclusa permettendo un bilancio sui risultati delle vendite, dal quale è uscito una generale soddisfazione per il settore di produzione. Infatti le previsioni che il presidente del Consorzio di tutela del Radicchio di Chioggia Igp, Giuseppe Boscolo Palo, aveva fatto ad avvio della campagna sono state confermate durante la stagione.
“Le minori scorte depositate nelle celle frigorifere – ha spiegato – e le gelate notturne di aprile hanno ridotto la disponibilità di prodotto, così i prezzi sono saliti e finalmente è arrivata una boccata di ossigeno per i produttori. Ne avevamo bisogno, perché la pandemia e i conseguente lock down dello scorso anno aveva davvero messo in crisi respiratoria la produzione, tant’è che la raccolta primaverile era stata abbandonata o distrutta”.
Quanto è stato duro il 2020 per i produttori del Radicchio di Chioggia lo si evince confrontando quantità e prezzi di vendita con quelli della campagna appena conclusa: i quasi 33 mila quintali di prodotto raccolto quest’anno hanno generato un fatturato di 3.723.377 euro, mentre lo scorso anno i 28.512 quintali raccolti avevano portato a soli 541 mila euro. La differenza sta dunque nel miglior prezzo che il prodotto, conferito all’Ortomercato di Brondolo, ha spuntato in questi primi mesi del 2021, mantenendo una media 1,128 euro al chilo.
“Ad aprile, cioè ad avvio della raccolta – ha concluso il presidente, Giuseppe Boscolo Palo – il nostro radicchio ha toccato la cifra media di 1,55 euro al chilo, valore che si ha mantenuto fino a metà maggio per poi attestarsi ai livelli dei contratti (a 0,50 €/kg) che alcuni produttori avevano stipulato con il settore commerciale mesi addietro, portando la media complessiva a 1,128 euro al kg. Bisogna tornare indietro di diversi anni per trovare performances equiparabili, segno che una riflessione va estesa anche oltre l’anno horribilis del 2020. La politica dei prezzi è una questione determinante: la forbice dei guadagni per chi produce mantiene un’oscillazione troppo irregolare rispetto ai costi di produzione che invece rimangono fissi a 55/60 centesimi il chilo. Nell’ultimo quinquennio solo nel 2018 il prezzo medio è stato appena superiore l’euro, nel 2017 era stato di 0,684, nel 2019 di 0,249 e nel 2020 l’irrilevante cifra di 0,190 euro il chilo, sicché gli sforzi di chi produce, e lo fa con l’impegno di portare a tavola qualità valorizzando l’identità del territorio di produzione, devono godere di una maggiore considerazione da parte di chi vende e di chi consuma. Ed è su questo che come Consorzio di tutela di Radicchio di Chioggia Igp continueremo a lavorare, a partire proprio dalla prossima raccolta dedicata alla varietà tardiva”.
Mauro Gambin
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